L’ amico infinito

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Claude Nori
(Tolosa, 1949) Nasce da genitori migranti italiani. Nel 1968, trascinato dagli eventi e dal loro aspetto più poetico che politico, scopre la fotografia, in un momento in cui pensava di essere destinato a diventare regista, avendo studiato al Conservatoire Indépendant du Cinéma Français di Parigi. Capisce ben presto le potenzialità espressive della fotografia e, soprattutto, la libertà e la leggerezza del viaggiare per scoprire gli altri, il mondo e se stessi. Nel 1974 si trasferisce a Parigi e diventa amico del fotografo Bernard Plossu, con il quale insieme a un gruppo di agitatori, fotografi e critici fonda Contrejour, giornale, casa editrice e galleria a Montparnasse, che diventerà presto il luogo di incontro della nuova fotografia. Nel 1976 pubblica il suo primo libro fotografico, Lunettes con una prefazione di Agnés Varda, seguito da un romanzo pubblicato da Le Seuil dedicato alla fotografa italoamericana Donna Ferrato, due film e numerosi libri in cui persegue una ricerca fotobiografica incentrata sul flirt e sui temi dell’adolescenza, dell’Italia e della felicità. Nel 1984 è l’unico fotografo francese a partecipare, in compagnia di Mimmo Jodice, Gabriele Basilico, Olivo Barbieri, Mario Cresci, tra gli altri, a Viaggio in Italia, il progetto visionario di Luigi Ghirri e una delle prime campagne fotografiche soggettive in Italia. Nel 1999, con la moglie Isabelle Nori, si trasferisce a Biarritz dove fonda il Festival Terre d’Images, la rivista Photo Nouvellese e continua a produrre libri con Edizioni Contrejour. Numerose le mostre: al Festival Photomed a Sanary, al Chateau d’Eau de Toulouse, alla Galerie Valid Foto de Barcelona, ai Rencontres d’Arles, alla Maison Européenne de la Photographie Paris, 2011, alla Galerie du Parvis, Pau 2017. È rappresentato dalla Polka Gallery di Parigi, dove espone nel 2015, 2016, 2017 e 2018.

Luigi Ghirri
(Scandiano, 1943) Ghirri inizia a fotografare nel 1969, collaborando e confrontandosi con artisti concettuali. Per tutti gli anni Settanta procede componendo serie evocative dei vari temi della visione: l’immagine naturale e quella artificiale, l’ambiguità del paesaggio contemporaneo, la citazione della storia, l’immaginario del consumo. In quegli anni entra in contatto con Massimo Mussini e Arturo Carlo Quintavalle, inizia una proficua collaborazione con lo CSAC – che conserva ora la più ampia raccolta di suoi vintage-print – a cui dona periodicamente aggiornamenti della sua opera, con cui collabora anche come membro del comitato scientifico della Sezione Fotografia, suggerendo e indicando materiali storici da acquisire. Nel 1979 CSAC gli dedica un’ampia rassegna che antologizza tutta l’opera precedente e costituisce un punto di svolta per la sua vicenda. Prosegue poi con ricerche orientate al paesaggio, all’architettura (sollecitato in questo da Aldo Rossi), collabora e stringe amicizia con scrittori e musicisti (tra cui Gianni Celati, Ermanno Cavazzoni, Antonio Tabucchi, Lucio Dalla) ed organizza originalissime imprese collettive, coinvolgendo altri fotografi attivi sugli stessi temi di descrizione del paesaggio italiano, tra cui vanno ricordati Viaggio in Italia (1984) ed Esplorazioni sulla Via Emilia(1986). Il progetto di Viaggio in Italia in particolare, ideato da Ghirri e curato oltre che da lui stesso da Gianni Leone ed Enzo Velati, è una pietra miliare per la fotografia italiana, costituendo un manifesto non ufficiale della scuola di paesaggio italiana nata in quegli anni. Si tratta di un libro (Luigi Ghirri, Gianni Leone, Enzo Velati, a cura di, Viaggio in Italia – Il Quadrante, Alessandria 1984) e di una mostra itinerante che raccoglieva immagini di molti autori sia italiani che, in misura minore, stranieri, come Olivo Barbieri, Gabriele Basilico, Giannantonio Battistella, Vincenzo Castella, Andrea Cavazzuti, Giovanni Chiaramonte, Mario Cresci, Vittore Fossati, Carlo Garzia, Guido Guidi, Luigi Ghirri, Shelley Hill, Mimmo Jodice, Gianni Leone, Claude Nori, Umberto Sartorello, Mario Tinelli, Ernesto Tuliozi, Fulvio Ventura, Cuchi White. Dal 1983 al 1985 tiene corsi di Storia della fotografia all’Istituto di Storia dell’Arte dell’Università degli Studi di Parma. Dal 1980, su sollecitazione di Vittorio Savi, si confronta con la fotografia di architettura nel territorio. In particolare fotograferà per lo stesso Savi, per Aldo Rossi e Paolo Zermani. Negli stessi anni stringe amicizia con lo scrittore Gianni Celati. I suoi paesaggi sono sospesi, non realistici, per certi versi metafisici, spesso privi di figure umane ma mai privi dell’intervento dell’uomo sul paesaggio. L’uso di colori delicati e non saturi è fondamentale nella sua poetica e nasce dalla stretta collaborazione con il suo stampatore Arrigo Ghi. Di notevole spessore gli scatti dello studio bolognese di via Fondazza del pittore Giorgio Morandi. Autore di copertine di numerosi album per la RCA sia di musica classica che di artisti italiani come Lucio Dalla, Gianni Morandi, Luca Carboni, CCCP Fedeli alla linea (Epica Etica Etnica Pathos), Stadio, Ciao Fellini, Robert & Cara e altri. Viene improvvisamente a mancare a causa di un infarto nel 1992, all’età di 49 anni. Come lo ha definito Massimo Mussini, è stato certamente uno dei maggiori e più influenti fotografi italiani del Novecento.

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Descrizione

Claude Nori, Luigi Ghirri

Luigi Ghirri. L’ amico infinito

«Quando non stavo bene a Parigi, quando sentivo nostalgia, prendevo il treno e arrivavo la mattina alla stazione di Modena. Luigi veniva a prendermi e parlavamo per tutto il tragitto. Il futuro ci apparteneva, un campo di enormi possibilità era davanti a noi, tutto era ancora da costruire in questa nuova fotografia che amavamo e che ci rendeva felici. Così cantavamo ancora di più i successi dell’estate e anche le canzoni più stupide. Ci fermavamo di frequente, per bere un caffè al volo e far riposare un po’ il motore della sua vecchia macchina, che spesso si fermava con un colpo secco e metallico.

[…] Qualche mese fa nel corso di un trasloco ho ritrovato il nostro piccolo giocattolo sentimentale. Alla vista di quei colori, della sua intatta giocosità e del ricordo dei giorni felici, mi è venuta in mente l’idea di scrivere su Luigi Ghirri, che mi ha lasciato orfano dell’Italia per troppo tempo. Un’Italia che amavo, un’Italia che dalla scomparsa del mio amico ha il gusto troppo pronunciato dell’amarezza e della disillusione, invece di quello dell’amaro (un liquore digestivo tipo Fernet-Branca) che ci piaceva assaporare alla fine di un pasto in una piccola trattoria in riva al Po. Tornare indietro nei ricordi, ripercorrere la strada con il mio amico, è stato innanzitutto un immenso piacere quotidiano che è durato un’estate intera. Immergersi di nuovo nella sua opera mi ha fatto risorgere creativamente e sentimentalmente, mi ha permesso di rafforzare, animare, completare la mia attuale ricerca fotografica e la mia riflessione sulla fotografia in generale. Il presente e il passato non sono forse davanti a noi?» — Claude Nori

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